Parrocchia di Cerea
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Sabato sera, 7 dicembre 2013, vigilia della festa dell’Immacolata, abbiamo partecipato in chiesa, a una meditazione su Maria a cura di don Luca Merlo, intervallata da canti mariani eseguiti dai quattro cori parrocchiali.

Don Giuseppe ha introdotto la serata:
Stasera facciamo la scelta di accendere una luce che illumini il volto di Maria, con una meditazione.
Un’altra scelta è preferire un momento tutto per noi, che metta in luce il popolo cristiano qui rappresentato in tutti i suoi componenti: bambini, genitori, giovani, adulti, che cantano a Maria nel coro e nella vita. Questa sera non siamo solo spettatori ma attivamente disposti a riflettere su ciò che ascolteremo, sulla maternità di Maria e sulla Sua presenza nella nostra vita. La stessa luce che vedeva Maria in suo Figlio ogni mattina, possiamo vederla anche noi in ogni nuovo giorno. Auguro a tutti che la luce di Maria possa risplendere su di noi!

Don Luca presenta il dipinto “L’Annunciata” di Antonello da Messina, pittore di origini siciliane, vissuto a Napoli nella metà del ‘400.
Lasciamoci guidare dal fascino di quest’opera che rappresenta uno dei vertici dell’arte di tutti i tempi. Antonello ci offre una versione particolare di un soggetto molto diffuso nell’arte cristiana: l’Annunciazione, ma segue una strada nuova in sintonia con la sua epoca. Viene rappresentata non l’Annunciazione ma l’Annunciata: Maria sola con se stessa e col Mistero che l’ha avvolta. Non c’è più angelo, né trono, né aureola. Dipinge Maria su uno sfondo scuro, a mezzobusto, in versione frontale. La Vergine è colta nel momento in cui l’angelo se n’è appena andato oppure nel momento dell’interrogazione. Maria ha un’espressione pensosa. La vocazione di questa donna non è fuggire la realtà, è accoglienza del dono di essere madre del Figlio di Dio, il suo silenzio è diventato involucro di una Presenza. Il pittore colloca noi di fronte a questa donna perché ci lasciamo raggiungere dal suo sguardo e dal suo messaggio sorprendente. Questa donna è molto bella, ha gli occhi espressivi incredibilmente intensi. Le labbra esprimono serietà e serenità, è immobile e nello stesso tempo in movimento. Traspare un senso di calma e responsabilità, come se Maria considerasse già la nuova prospettiva appena annunciata. Il volto ci attira nel suo mondo interiore che rimane inafferrabile. Noi ci portiamo dentro un’immagine angelica di Maria, qui è una donna vera in carne e ossa, come tutte, capace di ascoltare, meditare, decidere. Ha la mano destra protesa in avanti verso di noi per renderci partecipi di quanto appena annunciato: è l’eco della risposta di Maria, del suo sì libero e incondizionato. Con la mano sinistra si stringe il velo sul seno come per proteggere la prima casa del Verbo incarnato. Gesù sarà accogliente in tutta la sua vita, perché per primo è stato accolto con tenerezza dalla Madre, dall’immagine cogliamo dunque il senso e il valore dell’accoglienza. Maria ci spiazza perché va contro corrente, è una donna che lascia fare, che si lascia ricolmare dall’Alto, è un’icona di ciò che Dio ha fatto in lei e che vuol fare in noi.

Don Giuseppe: sono grato per la serata e commosso perché mi ha aiutato a sentirmi figlio di Maria. Lo scopo di trovarci qui è quello di “vedere” Maria, creatura come noi, che ha risposto alla chiamata di Dio.

Alla fine, tutti i presenti e i cori, hanno intonato insieme il canto “Dell’aurora tu sorgi più bella” in un’esplosione di gioia e gratitudine.