II. Alcuni punti nodali nell'attuale dibattito culturale e politico
e meno ancora soluzioni uniche — per questioni temporali che Dio ha lasciato al libero e responsabile giudizio di ciascuno, anche se è suo diritto e dovere pronunciare giudizi morali su realtà temporali quando ciò sia richiesto dalla fede o dalla legge morale.[14] Se il cristiano è tenuto ad «ammettere la legittima molteplicità e diversità delle opzioni temporali»,[15] egli è ugualmente chiamato a dissentire da una concezione del pluralismo in chiave di relativismo morale, nociva per la stessa vita democratica, la quale ha bisogno di fondamenti veri e solidi, vale a dire, di principi etici che per la loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale non sono "negoziabili".
Carissimi parrocchiani di Cerea,
l'umile lavoratore della vigna del Signore ha deciso di concludere il suo ministero di successore di Pietro. Ne ha dato lui stesso notizia ai cardinali questa mattina come ormai saprete tutti. La cosa ci può sconcertare ma non ci deve smarrire. Già in passato nella storia della Chiesa è successo un evento analogo. Ma la libertà e la responsabilità con cui ancora una volta ci ha sorpreso papa Benedetto XVI ci deve ricordare semplicemente che la Chiesa è di Dio e Lui ne è la guida. Preghiamo in questo tempo particolarmente la Madonna, perché tutto ciò che avviene sia per il bene della Chiesa e degli uomini.
I vostri sacerdoti
Serata di preghiera per l’unità dei cristiani.
La settimana di PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI, è iniziata, nella nostra parrocchia, con una celebrazione comunitaria, la sera del 18 gennaio 2013. La celebrazione è stata presieduta dal parroco e da un pope ortodosso della chiesa russa.
Si sono quindi alternati canti, letture, riflessioni ed invocazioni nella tradizione cattolica e in quella ortodossa di rito russo. Una signora di origine russa ha cantato l’ ”Inno dei Cherubini “ nella sua lingua , la cui traduzione è : Noi che misticamente rappresentiamo i Cherubini ed alla Trinità vivificante cantiamo l’inno “Tre volte Santo”, deponiamo ora ogni affanno della vita.
Lettera di Asia Noreen Bibi - da Avvenire 9 dicembre 2012
Mi chiamo Asia Noreen Bibi. Scrivo agli uomini e alle donne di buona volontà dalla mia cella senza finestre, nel modulo di isolamento della prigione di Sheikhupura, in Pakistan, e non so se leggerete mai questa lettera. Sono rinchiusa qui dal giugno del 2009. Sono stata condannata a morte mediante impiccagione per blasfemia contro il profeta Maometto.
Dio sa che è una sentenza ingiusta e che il mio unico delitto, in questo mio grande Paese che amo tanto, è di essere cattolica. Non so se queste parole usciranno da questa prigione. Se il Signore misericordioso vuole che ciò avvenga, chiedo agli spagnoli (il 15 dicembre, il marito di Asia ritirerà a Madrid il premio dell'associazione HazteOir, ndr ) di pregare per me e intercedere presso il presidente del mio bellissimo Paese affinché io possa recuperare la libertà e tornare dalla mia famiglia che mi manca tanto. Sono sposata con un uomo buono che si chiama Ashiq Masih.