Nella serata del 31 gennaio 2014, in chiesa parrocchiale, abbiamo vissuto un momento comunitario durante il quale è stato possibile confrontare l'interpretazione della Parola di Dio da parte di esponenti di diverse confessioni religiose. Hanno partecipato: padre Oleg, sacerdote ortodosso rappresentante della Chiesa di Mosca, viene dalla Moldavia ed è in Italia per guidare i suoi fratelli e sorelle in Cristo.
Jonathan Terino, porta i saluti della Chiesa Evangelica Valdese di Verona dove è pastore, cura anche la chiesa valdese di Mantova. I Valdesi sono arrivati a Verona nel tardo '800 al seguito delle milizie sabaude che combattevano contro gli austriaci, oggi i membri sono quasi tutti del Ghana. La loro esperienza liturgica si è arricchita di espressioni culturali e musicali africane. Don Luca Merlo, sacerdote cattolico.
Domenica 19 gennaio 2014 nel pomeriggio, il Vescovo ha incontrato a Bovolone i Cresimandi con le loro famiglie, in vista della S. Cresima che sarà celebrata il 6 aprile prossimo.
Il Vescovo ha posto alcune domande con le quali ha coinvolto tutti, e a queste ha cercato di dare una risposta con la propria testimonianza.
"Io chi sono ?" A questa domanda il Vescovo ha risposto affermando che ognuno di noi è un prodigio, un miracolo. Noi esistiamo perché prima di noi ci sono stati i nostri genitori, che se non si fossero incontrati in un certo momento della vita, noi non saremmo qui: ecco la bellezza di essere sposi che donano la vita ad altre persone.
Cit.: "Cari genitori, avete dato la vita ai vostri figli quando li avete portati al fonte battesimale. Avete una grande responsabilità. Il Battesimo è essere immersi nell'amore di Dio. Il nostro habitat è il grembo di amore di Dio. Non siamo mai soli. Ricordiamoci che siamo amati da Dio, siamo come pesci nel mare del suo amore"
Di seguito riportiamo le foto delle lavorazioni che stanno interessando la nostra Chiesa.
Un racconto di Aldo Maria Valli
Permettete che mi presenti. Mi chiamo... Già, come mi chiamo?A dire il vero non lo so. Qualcuno mi chiama embrione, qualcuno feto, qualcuno prodotto del concepimento (che razza di nome!),qualcuno bambino. Potessi scegliere, sceglierei bambino.
Ricordo bene che la mia mamma mi chiamava così, "il mio bambino",quando ancora stavo dentro di lei. Povera mamma, quanto ha sofferto. Ero il suo figlio numero tre. Lei mi voleva, mi sentiva suo. Poi però rimase senza lavoro, con due figli da sfamare e un marito, mio padre, che c'era e non c'era, che c'era quando non doveva esserci e non c'era quando avevamo bisogno di lui. Un disastro. La mia mamma si spaventò, andò in panico. E rimase tremendamente sola. In quelle condizioni, decise di rinunciare a me. La capisco e non l'ho mai condannata. Però il fatto di capirla non elimina un altro fatto piuttosto evidente, e cioè che io sono stato soppresso. Espulso, anzi triturato e poi espulso. Non una bella fine, credetemi. Una fine che ha pesato e continua a pesare sulla mia povera mamma, che da allora non si è data pace. Magari non lo dice, ma io lo so: lei si è pentita di non avermi tenuto. Ci sono donne che vogliono fare di tutto per essere simili agli uomini, e pensano che poter decidere se avere o meno un figlio sia un modo per avvicinarsi alla condizione degli uomini. Che illusione.