Domenica 19 gennaio 2014 nel pomeriggio, il Vescovo ha incontrato a Bovolone i Cresimandi con le loro famiglie, in vista della S. Cresima che sarà celebrata il 6 aprile prossimo.
Il Vescovo ha posto alcune domande con le quali ha coinvolto tutti, e a queste ha cercato di dare una risposta con la propria testimonianza.
"Io chi sono ?" A questa domanda il Vescovo ha risposto affermando che ognuno di noi è un prodigio, un miracolo. Noi esistiamo perché prima di noi ci sono stati i nostri genitori, che se non si fossero incontrati in un certo momento della vita, noi non saremmo qui: ecco la bellezza di essere sposi che donano la vita ad altre persone.
Cit.: "Cari genitori, avete dato la vita ai vostri figli quando li avete portati al fonte battesimale. Avete una grande responsabilità. Il Battesimo è essere immersi nell'amore di Dio. Il nostro habitat è il grembo di amore di Dio. Non siamo mai soli. Ricordiamoci che siamo amati da Dio, siamo come pesci nel mare del suo amore"
Di seguito riportiamo le foto delle lavorazioni che stanno interessando la nostra Chiesa.
Un racconto di Aldo Maria Valli
Permettete che mi presenti. Mi chiamo... Già, come mi chiamo?A dire il vero non lo so. Qualcuno mi chiama embrione, qualcuno feto, qualcuno prodotto del concepimento (che razza di nome!),qualcuno bambino. Potessi scegliere, sceglierei bambino.
Ricordo bene che la mia mamma mi chiamava così, "il mio bambino",quando ancora stavo dentro di lei. Povera mamma, quanto ha sofferto. Ero il suo figlio numero tre. Lei mi voleva, mi sentiva suo. Poi però rimase senza lavoro, con due figli da sfamare e un marito, mio padre, che c'era e non c'era, che c'era quando non doveva esserci e non c'era quando avevamo bisogno di lui. Un disastro. La mia mamma si spaventò, andò in panico. E rimase tremendamente sola. In quelle condizioni, decise di rinunciare a me. La capisco e non l'ho mai condannata. Però il fatto di capirla non elimina un altro fatto piuttosto evidente, e cioè che io sono stato soppresso. Espulso, anzi triturato e poi espulso. Non una bella fine, credetemi. Una fine che ha pesato e continua a pesare sulla mia povera mamma, che da allora non si è data pace. Magari non lo dice, ma io lo so: lei si è pentita di non avermi tenuto. Ci sono donne che vogliono fare di tutto per essere simili agli uomini, e pensano che poter decidere se avere o meno un figlio sia un modo per avvicinarsi alla condizione degli uomini. Che illusione.
La chiesa la conosciamo come luogo di comunione chiamata alla missione di annunciare Cristo a tutti gli uomini. Sul fondamento del Battesimo crescono le varie vocazioni ma tutti devono tendere al bene della Chiesa. Il Concilio ci ha insegnato che anche i laici hanno il diritto ed anche il dovere "di far conoscere il loro parere su ciò che riguarda il bene della Chiesa"(LG,37).
Ci sono degli ambiti istituzionali dove questa responsabilità dei laici si può esercitare, e tra questi c'è il Consiglio Pastorale Parrocchiale. Esso è un luogo, presieduto dal parroco, dove tutti i membri collaborano a promuovere l'attività pastorale di una parrocchia in continuità con i piani pastorali del Vescovo e della Chiesa universale( C.D.C,536) Per farne parte, oltre ai sacramenti di iniziazione cristiana, conta il vivere la vita della fede ed un desiderio di costruire le relazioni in funzione del far crescere la comunione e la missione nella Chiesa. In sintesi è un servizio alla corresponsabilità nella parrocchia, che si offre per il bene dei fratelli.
L'occasione del rinnovo del Consiglio Pastorale a Cerea offre l'opportunità di pensare anche a questa disponibilità di servizio. Alcune persone(4), maschi e femmine vengono elette direttamente dalla comunità in una domenica dopo le messe
Chi fosse interessato a presentarsi come candidato ne parli con il parroco.