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GIOVEDI 7 NOVEMBRE 2013 Incontro-Dibattito sul tema:
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LA DONNA E LA BELLEZZA" con Sr.Maria Gloria Riva

Don Giuseppe: Saluto e do il benvenuto a tutti a questo incontro sul tema “La donna e la bellezza”, attraverso il quale desideriamo realizzare una delle ultime tappe dell’anno della Fede nella nostra parrocchia. Diamo inizio con una domanda e la preghiera. Ci aiuti il Signore a fare un percorso di bellezza attraverso la testimonianza di suor Maria Gloria.

Il ritornello di un canto ci introduce in un clima di preghiera e ascolto: “Grazie di questo amore che non conosco, grazie di questo canto che non è mio, grazie di questo mondo che mi hai donato, grazie di avermi fatto tua creatura”, seguito da un canto a Maria…

Don Giuseppe: qualcuno potrebbe leggere nel titolo di stasera una sorta di “presunzione”, ma il tema della bellezza è molto importante, è accorgersi di aver bisogno di acqua fresca nella vita, la bellezza ti fa vivere. Ho conosciuto suor Maria Gloria sei anni fa, nella parrocchia di Caldiero, dove era venuta a presentare alcuni suoi libri “Nell’arte lo stupore di una Presenza” e “Una suora per amico”. Vorrei che stasera ci raccontasse di sé, la bellezza di stasera è dunque la presenza qui di suor Maria Gloria. Nella sua vita c’è la chiamata e il percorso che possiamo fare tutti, ci racconta la sua missione che è quella di introdurre gli uomini alla fede e alla bellezza.

Suor Maria Gloria
Sono nata a Monza, da famiglia cattolica, ho studiato in collegio dalle suore, vicino a don Giussani, negli anni 60. Ho capito che l’identità è la cosa più importante da conseguire nella vita e ho fatto un percorso alternativo, ho abbandonato la Chiesa frequentando gli anarchici e Movimento Studentesco, mi ripetevo che nella vita io dovevo essere felice. Ho frequentato il liceo artistico, amavo il Caravaggio e Renoir. Sono stata preservata dalla droga. Mi sembrava che la fede fosse l’idea di Cristo abbracciata nel film “Jesus Christ Superstar”. Ho svolto un lavoro appassionante e affascinante: fare i fumetti. Ho partecipato alla compagnia teatrale al Castello Sforzesco, quando c’era Gianrico Tedeschi, il quale diceva “Se l’anima non vive ti ammali”. Avevo grandi possibilità davanti a me. Ma la domanda su Dio e sulla fede era rimasta là tra i banchi di scuola della mia adolescenza inquieta. Ormai ero adulta, con molte cognizioni, ma senza Dio. Ho cercato anch’io la mia verità senza Dio; ma la domanda su Dio e sulla fede era rimasta nell’Assoluto, un Dio lontano, un Dio riservato agli addetti ai lavori, che fossero religiosi o no, anche filosofi; ma un Dio fuori dal mio orizzonte quotidiano. Avevo il fidanzato. Io ho cominciato con questo ragazzo attraverso il quale avevo incontrato l’amore, un cammino di ricerca di questa verità. Il prete che mi guidava in questa scoperta incominciò a parlare di sé, del suo cammino. Era stato un ragazzo come tanti; uno senza fede, uno che lavorava in fabbrica, uno con la ragazza; uno che ci ha detto “ho incontrato Gesù vivo e presente oggi”. Questa testimonianza mi ha attratto.

La fede dà nella vita un punto di riferimento certo che nessuna politica o filosofia può darti: niente funziona se non c’è qualcosa d’altro che ti viene regalato e ti sorprende.

Sono andata a Lourdes dove ho toccato la fede della gente comune. La gente prega, si fida e si affida a un Tu e ho scoperto che io non mi fidavo di nessuno se non di me stessa.

Tornata ho ripreso la mia vita. Una sera ero in macchina col mio fidanzato e abbiamo avuto un incidente ad un incrocio. Ricordo i fari dell’altra auto che ci investiva, lo schianto. Poi il silenzio e il buio. Avevo 21 anni. Sapevo che stavo morendo, avevo la certezza che ero all’ultimo istante della mia vita. Ho pensato che quello che avevo fatto era fatto, il resto lo avrebbe fatto Dio. Nel buio ho visto una luce bianchissima che mi veniva incontro, di una bellezza indescrivibile che era amore, pace, bontà, fascino, pienezza. Ho capito che nella mia vita non c’era l’amore che avevo visto in quella luce. Dio è pura gratuità. Ho provato dolore perché la pienezza era là. Dio non mi giudicava: si lasciava vedere ma non potevo abbracciarlo, perché io mi giudicavo. Dio mi ha voluto qui adesso. La grazia di Dio mi ha fatto capire il purgatorio: non puoi entrare nella luce. Ho capito che la vita è un dono, nulla è casuale. Ogni volto è come la segnaletica di Dio per farti arrivare alla meta del tuo destino. L’incidente ha fermato la mia vita per un anno. Ho capito che neanche il matrimonio mi avrebbe soddisfatta. Sono andata di nuovo a Lourdes. Mi sono trovata in una cappella e ho seguito un corridoio buio alla fine del quale c’era una cavità dove si intravedeva una luce che illuminava un ramo di spini e un’Ostia, con due suore in adorazione. Ecco la luce sulla strada che mi ha incontrato! E’ quella la luce sulla strada, è anticipo di quello che ci donerà un giorno Dio. Non mi posso più allontanare da quella luce, da quel Volto. Nell’’84 sono entrata in un convento di suore adoratrici. La prima cosa che incontri quando incontri Gesù, sei tu. Ho capito che l’Eucaristia è davvero il luogo dove abita il Bellissimo e la bellezza è una pedagoga che ci accompagna nelle pieghe della vita. Ho studiato la Sacra Scrittura con un’attenzione particolare all’ebraico biblico e alla tradizione rabbinica e ho coltivato la mia passione per l’arte. Siamo in una società di immagini ma non sappiamo più guardare. Guardiamo mamma Rai, Mediaset, SKY, stiamo sul computer e la vita ci scivola senza capire che ci capita qualcosa di grande. Ci scappa la bellezza della sapienza antica. Possiamo raccontare la Bibbia, la spiritualità, attraverso la bellezza.

Che percezione hai avuto di questo incontro? Cos’è la bellezza per te? Vivere in clausura è un di meno del matrimonio?

La Bellezza mi corrisponde tutta, fino in fondo. Anch’io posso esclamare: “Come è bello il mondo e come è bello Dio”. Può essere bello anche ciò che non è bello: è bella Madre Teresa di Calcutta. L’uomo è un mistero di fragilità e bellezza. Davanti all’Eucaristia ho pensato: come si sarà sentito Dio, il Verbo, in un corpo umano? A Monza giravo felice di esistere e nulla mi era estraneo. Se questo è così per noi, cosa sarà l’avventura del Verbo che assume la dimensione della carne, del tempo, della fatica , del riposo? Gesù ha scelto e sperimentato il limite, amandolo. Là dove l’uomo è solo, Gesù è Dio e l’Eucaristia arriva a tutti. Se stavo vicino all’Eucaristia, avrei raggiunto la solitudine dell’uomo. Il Papa ha detto che siamo chiamati ad andare nelle periferie estreme di oggi che sono le povertà spirituali. Rimanere nella casa del cuore è tutto ciò che è necessario.

Ci devi convincere che la donna è bella, portarci alle origini. La nostra origine non ci è chiara.

Auguste Rodin (scultore francese 1840-1917) si è avvicinato alla fede ed è stato catturato dall’elemento della creazione. La Bibbia si apre con l’immagine delle acque, della luce, degli animali, delle piante. Rodin ha l’idea medioevale di Dio: non possiamo vederne che le opere, come è sua la mano che opera. Rodin realizza questa mano che lavora la terra argillosa, che si lascia plasmare. Manifesta la coppia umana in un nodo. L’uomo e la donna uniti come un nodo e hanno come sigillo il bacio. Il bacio è dire ti amo. Due corpi uniti dal bacio sono in adorazione. Adamo quando vede Eva dice: “Questa è ossa delle mie ossa, carne della mia carne”. E’ l’intuizione di coppia: uomo e donna.

Per conoscere noi stessi abbiamo bisogno di uno specchio. L’uomo conosce l’immagine di Dio, la somiglianza se la deve cercare. L’uomo va verso Dio Padre. L’uomo è capace di Dio, è capace di questa relazione. La donna è ponte di comunione tra Dio e l’uomo. La donna è stata creata per ultima perché sigilla la creazione. La donna è simile a Dio perché genera. La donna è humus, umiltà, vita. La donna è carità, accoglienza: porta il figlio per nove mesi. La vocazione della donna è una sola: esserci.

Hai parlato della bellezza, dell’identità della donna, della famiglia. Per andar via vincendo lo scetticismo, diciamo che la vita è bella e c’è bisogno di farsi compagnia. Siamo nostalgia di bellezza e c’è possibilità di bellezza. E’ la vittoria sullo scetticismo. Lasciaci una parola sulla Donna, la “Tutta Bella”
Vedo Maria come una presenza estremamente ardita. Credo era una forza incredibile per la sua umiltà, forte nel suo silenzio, presente nel suo sorriso. Qualcuno che accompagna nella libertà il mio essere, che può avvicinarmi a suo Figlio.

(appunti non rivisti dall’autore)