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La serata del 20 aprile 2012 è stata dedicata ai genitori di ragazzi frequentanti la classe terza della Scuola Secondaria di Primo Grado (terza media), infatti presso la "Casa della gioventù" abbiamo assistito ad una interessante conferenza tenuta dalla Professoressa Soso, che, come il marito è insegnante di religione e si occupa di problematiche familiari. Il tema dell'incontro è stato "La trasmissione della Fede".

Facendo riferimento al vissuto, alla quotidianità, la nostra interlocutrice ha cercato di focalizzare gli aspetti fondamentali dell'educazione alla Fede.
La trasmissione della fede è il compito principale della famiglia, in quanto essa è il cuore della civiltà dell'amore, è il luogo in cui l'annuncio del Vangelo viene vissuto "in primis".

I genitori sono coloro che per primi educano e trasmettono la fede ai figli, sono i testimoni di un Vangelo non "narrato", ma vissuto. Educare, è condurre verso la vita vera, perché i figli si possano realizzare come figli di Dio. Gesù è un educatore. Nella sua vita terrena condusse i discepoli verso Dio, educò attraverso l'amore, insegnò ad amare totalmente, donando la sua vita, senza temere il sacrificio.

Quando i genitori vivono tra loro l'amore gratuito, sulle orme di Cristo, generano i figli nella fede. La famiglia deve essere specchio dell'amore di Dio.
Bisogna però chiedersi quale messaggio d'amore riceveranno i figli, se tra il padre e la madre ci sono incomprensioni e litigi.
Gesù accoglieva tutti, anche i peccatori, li accettava così com'erano e aveva fiducia in loro, essi sentendosi da Lui amati, cambiavano vita. Da questo atteggiamento di accoglienza totale, i genitori devono prendere spunto nell'educazione dei figli. La famiglia è dunque luogo di testimonianza, di perdono, di dialogo e di accoglienza reciproca tra coniugi e figli, inseriti nella comunità cristiana. Interroghiamoci anche se vale di più la nostra fede, o meglio se abbiamo veramente Fede e fiducia in Dio, o se contano più i soldi e il lavoro.

Se amiamo veramente Dio, allora saremo in grado anche di trasmettere la fede, ma se non crediamo veramente non riusciremo a trasmetterla, essere cristiani è una vocazione: Dio ci chiama per nome, più saremo consapevoli e ricettivi a questa chiamata, più ci sentiremo responsabili nel trasmettere la nostra Fede ai figli. E' un errore pensare che la trasmissione della Fede avvenga automaticamente. Frequentiamo la S. Messa, il Catechismo, poi ci sono i catechisti che fanno la loro parte, ma non è sufficiente, la Fede e la sua trasmissione deve essere una scelta!
Così come si spezza il pane ai figli piccoli, occorre "spezzare" il Vangelo nei gesti quotidiani, raccontando le proprie esperienze, le difficoltà, le gioie, educando alla capacità di cogliere le meraviglie della natura, al senso e al significato profondo di ogni vita. In questo contesto diventa spontaneo aderire giorno per giorno al messaggio evangelico.
Non sono solo la famiglia o la scuola ad educare, ma esistono tanti altri soggetti educativi (per esempio internet). I nostri figli a volte si trovano in minoranza, vengono derisi; ci vuole coraggio a professarsi CATTOLICI. Oggi i canali del messaggio cristiano sono pochi, si parla poco di Gesù, sia nella vita sociale che in famiglia. Si è sopraffatti dalle preoccupazioni, dal lavoro, spesso entrambi i genitori lavorano, è difficile ritagliare uno spazio per la fede. Non è più Gesù vivo che si fa incontrare, la Bibbia rimane chiusa in un cassetto e la vita è un'altra cosa. Occorre cambiare, c'è una scelta da fare giorno per giorno, la vita va vissuta attraverso la croce di Gesù, coinvolgendo tutti i membri della famiglia. Solo in questo modo la S. Messa ritroverà un senso profondo, e non resterà un rito privo di significato, gesti e parole vuote.

La serata si è conclusa in un clima di amicizia e speranza, in cui, pur riconoscendo le proprie difficoltà come genitori ed educatori, rimane la fiducia e la consapevolezza di essere in cammino, accompagnati da Qualcuno più grande di noi, che veglia sui nostri passi.