Parrocchia di Cerea
comunità parrocchiale di cerea
San Zeno in Santa Maria Assunta
 
 
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Lo vediamo nella chiesa parrocchiale di Cerea, appena entrati, dipinto sulla tela del primo altare a destra.
Indossa l'armatura di cavaliere, ed è rivolto in preghiera verso la Santa Famiglia di Giuseppe, Maria e Gesù.

Perché questo Santo a Cerea? Chi è?

Per saperlo, andiamo a ritroso nel tempo, fino alla metà del X° secolo.
Questo Personaggio nasce verso il 950 in Francia in un castello della Regione Provenzale. Il suo nome è Bovo e appartiene alla piccola nobiltà carolingia; diventa cavaliere e va a combattere contro i Saraceni.
In seguito, Bovo lascia l'armatura e la vita militare e si dedica alla vita di preghiera, di penitenza, di assistenza ai poveri.

Nel 986 si reca in pellegrinaggio a Roma, ma nel ritorno si ammala e muore nei pressi di Voghera, nella casa di un amico; prima di morire, lascia ai poveri i beni che aveva con sé, i suoi vestiti, la sua cavalcatura.

Per sua volontà viene sepolto fuori Borgo San Pietro, sulla Via Romea, la strada che i pellegrini percorrevano per andare a Roma.
Alla venerazione dei romei, che lo ritenevano loro Patrono, si aggiunse quella del popolo, che lo considerava grande Santo contro i mali della miseria e della malnutrizione.

Gli Statuti di Voghera, fin dal XIII sec. indicavano San Bovo come "Difensore del popolo" e ne fissarono la Festa il 22 maggio, accompagnata da una grande Fiera del Bestiame.
Presso le popolazioni dell'Italia Settentrionale divenne il Santo Protettore dei bovini, forse per l'analogia del nome (Bovo – bove – bue).

Nel Veneto, e quindi anche a Cerea, San Bovo si festeggiava il 2 gennaio; i contadini affermavano con sicurezza che la notte precedente della Festa i buoi nelle stalle parlavano tra di loro; ma nessun bovaio si azzardava a controllare, per non morire impazzito dallo spavento. Il giorno di San Bovo i contadini portavano in chiesa un cartoccio di sale, che veniva benedetto dal sacerdote e poi portato nella stalla per darlo come cibo agli animali.

Con il passare del tempo la cultura contadina si è profondamente trasformata: passano gli anni e coprono di oblìo uomini, cose, fatti.
Anche i Santi, espressione di questa cultura, perdono notorietà, perdono devoti, perdono feste loro dedicate.
Anche San Bovo è completamente sconosciuto a Cerea, ma nella chiesa parrocchiale lo vediamo che a capo chino, insieme a San Rocco e a San Francesco, rende omaggio alla Santa Famiglia rifugiata in Egitto.
(La tela è di Giuseppe Danieli (1865–1931), pittore Formatosi all'Accademia delle Belle Arti di Venezia)

Proverbi contadini (riferiti all'allungarsi delle giornate)
A Santa Lùzia, un paso de ucia (ago) (13 dicembre) A Nadàl, un pàso de gal
A San Bovo, un pàsso de lovo (lupo) (2 gennaio)
A Sant'Antonio (Abate), un pàso de demonio (17 gennaio)

L. M. – Gennaio 2012