Parrocchia di Cerea
comunità parrocchiale di cerea
San Zeno in Santa Maria Assunta
 
 
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In queste occasioni si è soliti esprimere qualche parola di richiesta di perdono per le proprie inadempienze, si è soliti formulare qualche augurio e manifestare il grazie per ciò che si è vissuto.
Pur avendo chiaro il valore e l’opportunità di una richiesta di perdono e di un augurio, è tuttavia sul grazie che mi soffermo perché questo, come sento, è la nota con cui voglio salutare la Parrocchia di Cerea.

Recita così il Concilio nella costituzione sulla vita dei preti:
PO 13:  “I presbiteri raggiungeranno la santità nel loro modo proprio se nello Spirito di Cristo eserciteranno le proprie funzioni con impegno sincero e instancabile. ”
Da queste parole traggo il motivo del mio grazie. In esse si ricorda che – se è il sacramento dell’ordine che mi fa prete – è la vita da prete, il ministero, che nutre questa mia identità. Fare il prete mi fa diventare sempre più ciò che per grazia sono – prete!

Sono arrivato qui diacono quattro anni fa, in quell’anno sono stato ordinato prete e qui ho vissuto questi primi tre anni del mio ministero.
È la Parrocchia di Cerea quindi che ha accompagnato l’inizio del mio diventare il prete che sono.
E qualsiasi sarà la strada da prete che il Signore mi porterà a fare, ciò che qui ho vissuto resta scolpito alla base della mia vita sacerdotale.
Il mio grazie non è quindi per una esperienza che è passata ma per qualcosa che resta nel mio cammino di prete che va maturando.

Anzitutto quindi ringrazio tutti coloro che ho potuto servire nel ministero:

  • I bambini e i ragazzi del catechismo, in particolare i ragazzi delle medie, in molti dei quali ho visto come – nonostante il mondo remi contro – la grazia di Dio lavori e faccia crescere;
  • Gli adolescenti che mi hanno mostrato come anche nell’uomo di oggi resti viva la ricerca della Verità, la ricerca di Dio. E li ringrazio per come in molti di loro ho visto crescere il senso della responsabilità e dell’affetto nei confronti di questa comunità parrocchiale;
  • Le famiglie, in particolare il gruppo dei giovanissimi sposi con cui ho lavorato più strettamente: grazie per la testimonianza resami nel voler camminare nella fede ed approfondire il dono di grazia del vostro essere sposi;
  • Gli anziani e gli ammalati: quelli visitati nelle loro case a cui si porta l’Eucarestia: la vostra frequentazione è per un sacerdote l’ancora più efficace per non dimenticare la Passione di Gesù;
  • Grazie ai molti che di settimana in settimana si sono accostati al confessionale: grazie per l’atto di fede nel riconoscere in me prete lo strumento del perdono di Dio. Grazie per le tante testimonianze di fede ascoltate nel confessionale che mi hanno fatto crescere.

In secondo luogo: i preti non sono soli nel servire il popolo di Dio. Se lo fossero, farebbero poco o nulla!
Un grazie intenso va quindi a tutti quei laici che danno del loro tempo nel coadiuvarci nella pastorale. E in questa parrocchia non mancano!

In particolare a coloro con cui ho collaborato più strettamente in quanto curato, ossia coloro che sono impegnati nell’educazione alla fede di bambini, ragazzi e giovani:

  • Le catechiste
  • Gli educatori degli adolescenti
  • Gli educatori delle associazioni cattoliche
  • I collaboratori nelle attività estive (grest e campiscuola)

Grazie per la serietà e la convinzione con cui lavorate: ricordano a me prete che la causa dell’evangelizzazione dei giovani non è tramontata nonostante le difficoltà di oggi. Lavorare con persone che ci credono aumenta la convinzione che davvero vale la pena lavorare!

Un grazie a coloro che si dedicano a rendere belle le liturgie di questa chiesa, in particolare i cori. Li ringrazio del fatto che anche oggi – come in altre occasioni – hanno cantato assieme, segno bello di spirito di comunità.

Grazie ai numerosi volontari che rendono possibile – nella cucina del NOI e dei campiscuola – vivere momenti di condivisione per crescere nell’essere comunità, chiesa. Grazie a coloro che anche nella giornate di oggi si sono dedicati a questo servizio.

Grazie a chi, dedicandosi alla cura della canonica, rende possibile ai preti di fare i preti sgravandoli da tante incombenze: in questi anni Silvana e Adelina.

Infine grazie ai sacerdoti con cui ho condiviso questa esperienza. Io devo dire che il Vescovo mi ha voluto bene mandandomi in una canonica con preti contenti di esserlo: è una compagnia importante all’inizio della vita sacerdotale.

Il mio grazie in particolare ai due parroci che ho coadiuvato:

  • Don Giorgio da cui ho imparato che il futuro della pastorale sta nel lavorare assieme. Con gli altri parroci e con don Andrea ha fatto nascere la Zona Pastorale delle Parrocchie di Cerea e ci ha creduto;
  • Don Giuseppe che mi ha mostrato come la fede non sia un capitolo della vita di un uomo ma ne è il fondamento, la struttura, l’anima.
  • Grazie a don Giulio per la fraternità e l’amicizia iniziata ai tempi del Seminario e ritrovata ed approfondita in quest’anno: è stato bello condividere con un confratello coetaneo la vita pastorale nell’anno appena trascorso.

Permettimi di formularti un augurio: che il tuo ministero di sacerdote in questa parrocchia giovi anche a te, come ha giovato a me, nel crescere in quello che l’ordinazione ci ha dato e nel farti dire sempre più e con convinzione:

Grazie Signore che mi hai fatto tuo prete!