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Incontro formazione - Cinema Mignon, 27/11/12

Don Giuseppe – L'incontro di stasera vuol essere una nostra risposta all'anno della fede iniziato nella Chiesa. Don Giovanni è venuto ad aiutarci ad affrontare insieme questo incontro. Tentiamo di porre alcune domande e sarebbe bello se tutti potessimo intervenire per focalizzare cosa ci sta dentro il desiderio di Dio. Una prima reazione è di fronte a come inizia il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC), dicendo che l'uomo è capace di Dio. Ma chi è l'uomo? E perché il desiderio di Dio è inscritto nel suo cuore? Chi mi dice che questo desiderio non è un'eredità culturale che ci portiamo dentro?

Don Giovanni - Quando è uscito il CCC ha cercato tra le sintesi dei catechismi, come si presentavano. E' stato colpito perché veniva parlato del desiderio di Dio solo nel CCC.

Nella poesia "Cara beltà" di Leopardi , alla donna amata, l'autore percepisce che quel che cerca e desidera è qualcosa d'altro che lui chiama beltade e dice che lui cerca la beltade che è sul volto di quella donna.
Questo ha aiutato don Giovanni a capire che non c'è spaccatura tra il desiderio di bellezza che abbiamo e il desiderio di Dio. Il desiderio della bellezza è il punto di partenza di ogni uomo e donna. Quando uno si innamora è attirato da una bellezza. La vita ti provoca a cercare delle persone che hai davanti o a fare il salto. Cioè il volto che vedi è quello lì o è qualcosa d'altro.
Per vedere ci sono due modi: con gli occhi oppure andarci a fondo, cioè ti lasci portare dove la cosa ti conduce. La realtà ti conduce a qualcosa d'altro. Nella vita ci si accorge che c'è qualcosa d'altro e nello stesso tempo il desiderio è il motore della vita perché uno si mette in moto dai desideri della vita.
L'arte del diavolo è bloccare il desiderio e dire fermati lì. E' come dire che quello che cerchi è lì davanti senza andare a fondo di ciò che ti attira.
Aiamo fatti di un complesso di evidenze ed esigenze che sono come dei motori che ci buttano verso la realtà. Quando uno lo capisce non è bloccato, il desiderio è più forte e viene portato più avanti.
Nel cristianesimo la felicità è qualcosa che continua e non spegne il desiderio ma lo rilancia continuamente. Dio ha messo nel cuore il desiderio di Se', perché vuole entrare in rapporto con uno, in un rapporto d'amore, di comunione. Nel cristianesimo l'uomo è dentro un rapporto d'amore. Dio viene incontro perché ci sia un rapporto puramente umano.
Perché l'uomo ha il desiderio di Dio? Perché Dio l'ha creato per poter entrare in rapporto con lui.
Il desiderio di Dio è conficcato nella nostra carne
Il desiderio che abbiamo dentro ci spinge ad essere realisti e a chiedere l'impossibile.

DOMANDA. Mi accorgo che nella vita mi fermo al fiore, alla donna che vedo. C'è divisione tra antropologia e teologia: prima facciamo l'uomo poi il cristiano. Con quale modalità la nostra ragione può fare questi passaggi?

L'uomo è capace di Dio. Noi abbiamo dentro un cuore, un metro che decide quando una cosa è vera o no. Il criterio è se mi corrisponde, non se mi piace. Dio non è una immagine che io creo, una esigenza. Dio è inscritto nel mio cuore per cui io posso accoglierlo o rifiutarlo. Questo Dio è ciò che mi corrisponde fino in fondo e in modo concreto. Dio si fa uomo. La concretezza del cristianesimo è che Dio si rende incontrabile all'uomo attraverso un Uomo, il Figlio di Dio: è l'incarnazione. L'uomo reagisce di fronte a un Tu concreto. Presenza significa che io sono mosso da un Altro. Cristo è un fatto vivo, centra con la mia felicità personale. Il dono percepito è che Cristo centra con la mia felicità personale.

Domanda. Molte volte percepisco che uno intuisce la dinamica del desiderio che ha in sé ma poi prevale un certo scetticismo, come se fosse impossibile che questo desiderio si realizzi. Dicono "beato te che hai la fede".

L'esperienza è qualcosa che tu vivi e ti corrisponde. La realtà è quella che ti rimanda oltre te stesso e ti costringe a usare la ragione. Poi c'è un passaggio. Deve accadere qualcosa. Prima ti accade e poi ti chiedi il perché. Ti accorgi che andando con quella persona lì, c'è qualcos'altro, ti rimanda a qualcosa d'altro. Percepisci un modo diverso di vivere. Se vai in fondo alla realtà, prima di arrivare alla rosa si passa dalle spine. Uno che non soffre non è in grado di andare a fondo dell'esperienza. Gesù ha detto "Chi mi vuol seguire prenda la sua croce e mi segua". E' la possibilità per andare in fondo alle cose e trovare la felicità che il nostro cuore desidera. Cristo ci dice che per fare un'esperienza nuova dobbiamo passare dalla croce. Ha detto anche "Chi mi segue avrà il centuplo quaggiù e la vita eterna". Nei suoi 35 anni di sacerdozio, don Giovanni assicura che l'ha sempre visto realizzare. Ricorda la sua ubbidienza quando è stato trasferito da Chievo a Pozzolengo, parrocchia di confine tra le provincie di Verona, Mantova e Brescia. Il punto è che quando uno accetta il rischio perché segue l'Altro, ti accorgi che la promessa che l'Altro fa è vera e vedi cose dell'altro mondo. E' un cammino che uno fa seguendo un Altro. Questo Altro è nel volto delle persone.

L'incontro con una persona che mi propone una diversità è il metodo con cui Dio mi attira a Sé. Cristo mi attira attraverso dei volti

Domanda. Puoi descrivere la dinamica del desiderio così come è descritta nella struttura del catechismo?

La struttura del CCC è come il percorso del desiderio. Il punto di partenza è l'uomo definito dal suo desiderio che lo spinge a cercare Dio. Questo uomo non è in grado di trovare Dio a causa di una ferita mortale, il peccato originale. Dio viene incontro all'uomo e inizia una storia nella quale Egli si coinvolge con un uomo, Abramo. Dio forma Israele come suo popolo dal quale nascerà il Messia. Il punto è che Dio si fa uomo, trova il suo compimento in un uomo.
Il CCC descrive la rivelazione di Dio. Dio prende l'iniziativa per salvarci e manda suo Figlio come redentore e salvatore degli uomini caduti nel peccato.
L'uomo viene messo dentro un principio nuovo, quello che gli apostoli hanno incontrato. Per gli apostoli Gesù è il centro affettivo che ti porta ad incontrare il Padre nel Figlio per mezzo dello Spirito Santo. Attraverso dei volti umani, noi, la Chiesa, viviamo il rapporto con Cristo, col Padre e lo Spirito Santo. La Grazia permette questo rapporto con Cristo. Il rapporto personale con Cristo ha bisogno del corpo. Come fa Cristo a venirmi incontro? Dio usa il metodo sacramentale. Io vivo il rapporto con Cristo attraverso il suo corpo che è la Chiesa, che è l'Eucaristia.

La preghiera è memoria di un avvenimento presente: Cristo morto e risorto che desidera che l'uomo entri sempre più nella vita.

Ci si dimentica che Gesù Cristo è un uomo in carne ed ossa.
Quando incontro la bellezza di una persona guardo la realtà con amore, solo che esiste il peccato e bisogna farne i conti. L'annuncio cristiano dice che la conversione è seguire Gesù Cristo e stare con lui, che non vuol dire non peccare.

La morale è l'insieme delle leggi che indicano come corrispondere a Cristo. La morale cristiana non è riuscire ma tendere. Il riuscire è grazia e tu sei chiamato a tendere. Il cristiano è uno che capisce la propria povertà. Siamo venuti su in maniera moralistica (tutto dipende dal risultato e non da Cristo, dalla salvezza) e quindi facciamo fatica. Ci hanno educati col "devi far così e basta", non a cogliere la ragionevolezza.
Prima c'è un avvenimento che ti attira e ti cambia, quindi la grazia e se uno ha questa speranza, purifica sé stesso come Gesù è puro (1 Gv 3,1-3). Posso imitare Cristo per mezzo dello Spirito Santo attraverso la Chiesa. Guardando un Altro che mi affascina, mi metto in tensione e lo imito.

Dio è misericordia. Dio ti fa esistere anche se sei birichino. Noi siamo voluti, amati e posseduti da Lui e da lì parte tutto il resto: è Lui che prende l'iniziativa. Si tratta di seguire un Altro dove ti accorgi che c'è una diversità.

Don Giuseppe: l'Avvento è un tempo privilegiato per coltivare il desiderio di Dio, perché Dio non viene in astratto ma nella nostra umanità.
Cesare Pavese ha scritto "anche nel più grande piacere è l'infinito che cerchiamo".

(appunti non rivisti dall'autore)